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MANIFESTO

Agrifutura prevede la compresenza di nature morte e piante vive, che diventano sculture e feticci, videoarte e performance. L’indagine delle artiste si concentra sulla relazione adattiva e mutuale che intercorre tra mondo vegetale e uomo. 

Storicamente costrette a giacere sui tavoli degli artisti, pronte ad accettare il loro destino di nature morte, con l’avanzare dell’antropocene frutta e verdura si ribellano per diventare protagoniste attive dell’opera. Nel desiderio di sovvertire la definizione aristotelica dell’uomo come unico animale politico, con questa esibizione mettiamo in atto un esercizio di maieutica socratica volto a dimostrare che anche le piante hanno qualcosa da dire.

Il comportamento umano nei confronti della vita vegetale è caratterizzato dalla tendenza a identificare certi suoi elementi come nemici da distruggere e altri come amici da far prosperare. Dal momento che il punto fondamentale della politica è operare una distinzione tra amici e nemici, possiamo affermare che tanto gli animali quanto i vegetali siano quindi agenti politici: attraverso stimoli chimici e tattili, sanno identificare la propria famiglia di appartenenza, forgiare alleanze e difendersi dai pericoli. Le piante sono oggetto politicizzato e soggetto politico. Non vivono passivamente le nostre decisioni: spesso ne sono in realtà le vere protagoniste. Disegniamo alleanze strategiche con esse, il successo delle quali ha determinato la sopravvivenza di entrambi nei più disparati ambienti. Allo stesso tempo, ciò ha contribuito alla diffusione incontrollata di certe specie a scapito di altre.

Diventa così impossibile distinguere tra la politica umana ‘a proposito’ delle piante e la politica vegetale tout-court. Le nostre vicende si intersecano, si scontrano e talvolta si rinforzano mutualmente. Questa intercambiabilità di ruoli, o meglio l’inconsistenza di una tale divisione, è la vera definizione di una relazione simbiotica. Ciò che ci divide è che il mondo vegetale comprende i vantaggi di avere uomini e animali dalla propria parte. Basti pensare alla bellezza e al profumo dei fiori per realizzare come riescano con successo a manipolarci, usando l’ammirazione per agevolare la propria riproduzione, come avviene nel film di Jessica Hausner Little Joe. Mentre noi umani, creata l’illusione di una contemporaneità di informatica e cemento, ci ostiniamo nella presunzione di governarlo, dimenticando i meccanismi attraverso cui esso governa noi.

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